Torna alla natura. Scopri i benefici delle piante e delle erbe officinali e di una buona e sana alimentazione.

Storia

Le notizie che si hanno sull'utilizzo delle piante medicinali a scopo curativo da parte dell'uomo sono spesso contrastanti: alcuni studiosi ritengono che le prime notizie di un possibile utilizzo risalga a 10.000 anni fa, per altri a tra i 5.000 e gli 8.000 anni fa.

Erbe e piante officinali nella storia

Queste notizie sono basate su alcuni scritti provenienti dalla Cina, dove l'imperatore cinese Chen Nong, inventore dell'agopuntura e fondatore della medicina cinese, rappresenta primo medico della storia. Sperimentò su di sè centiania di rimedi che descrisse nel suo erbario "Pen Ts'ao Ching".
In seguito fu Li Shih Chen a scrivere un'altro erbario, il "Pen Ts'ao Kang Mu" composto da ben 52 volumi, dove descriveva le proprietà officinali di migliaia di piante e erbe officinali.
Altri documenti molto antichi testimoniano come i Sumeri utilizzassero il Cumio dei prati o il Timo come piante medicinali.
Nella Bibbia si citano come piante medicinali l'Anice e il Cumio (i cui semi venivano usati come moneta di scambio per pagare i debiti, visto il potere medicamentoso).
Charaka, un medico indiano, scrisse nell'ottavo secolo a.C. il "Charaka Samhita" un testo fondamentale dell'Ayurveda, che ancora oggi è considerata da molti come il sistema medico naturale più antico.
Susruta, un altro medico indiano, scrisse nell'ottavo secolo a.C. il "Susruta Samhita" in cui vengono spiegate le proprietà medicinali delle piante nel campo chirurgico.
Il monaco buddhista Nagarjuna studiò la preparazione di farmaci minerali considerati tossici trasformandoli in efficaci rimedi.
L'antico popolo degli Atzechi conosceva le proprietà medicinali di qualche milgiaio di piante.
La "Naturalis historia" composta di 37 libri fu scritta da Plino e descrive le virtú delle piante medicinali ed il loro uso medico.
Ippocrate è sicuramente il medico greco più celebre: classificò circa 400 specie di piante medicinali in base alle loro azioni (tra queste ricordiamo il Basilico, la Ruta, la Salvia, la Menta) e pose le basi della moderna omeopatia indicando la strada da seguire.
Dioscoride nel primo secolo a.c. scrisse il trattato "De materia medica" dove descriveva gli usi delle piante curative e come l'aglio fosse utile nel tartare tosse, ulcere, mal di denti, o come il Giglio fosse in grado di togliere le rughe, il Crescione risultasse utile contro la caduta dei capelli, e così via.
Carlo Magno, nell'800, fece compilare una lista di piante medicinali, da coltivare per il benessere dei suoi sudditi. Fu lui a coniare la definizione delle piante medicinali e aromatiche.
La svolta decisiva fu nel XV secolo con l'invenzione della stampa: successivamente furono pubblicati centinaia di libri e di erbari.
John Parkinson, un grande erborista inglese, botanico reale di Carlo I, nel 1640 pubblicò "Theatrum Botanicum" dove descriveva l'uso e le proprietà curative di più di 3000 piante.
Nell'epoca Medievale un grande contributo è stato dato dalle Repubbliche marinare, in particolare Venezia, capitale occidentale per quanto riguarda lo studio delle piante medicinali, grazie anche agli scambi commerciali con l'Oriente e all'importazione di nuove specie.
Agli Alchimisti del Medioevo si deve la distillazione vera e propria, che utilizzavano per la ricerca di elisir d’amore e della pietra filosofale.
Nei Monasteri Benedettini venivano invece studiati, sviluppati e custoditi i trattati di botanica.

Erbe e piante officinali nella storia
Nel XIX secolo ci fu un periodo molto importante per lo studio farmacognostico delle piante officinali: si isolarono numerosi principi attivi, primo tra tutti la salicina isolata dalla corteccia del salice, dalla quale lo stesso Ippocrate, padre della moderna medicina, estraendone la linfa, ne aveva individuato le proprietà febbrifughe ed antidolorifiche, pur ignorandone il principio attivo.

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