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martedì 14 luglio 2015

Cannabis o Marijuana? Di cosa parliamo e quali sono le differenze

Il termine Marijuana è di origine messicana. Fu ideato per riferirsi genericamente alla Cannabis utilizzata in ambito ricreativo, in particolar modo vengono considerate le tre sottospecie della pianta: la Cannabis Sativa (quella che raggiunge le dimensioni maggiori in termini di lunghezza), la Cannabis Indica (che tende a crescere più folta e in dimensioni minori), o la Cannabis Ruderalis (che si trova principalmente in Russia e in Europa orientale, comunemente consiederata come una variante della Sativa e con contenuti di THC irrisori).


Quando coltivata all'aperto, la pianta di Cannabis, può raggiungere altezze sostenute (anche due metri) senza il bisogno di essere fertilizzata, e raggiunge il culmine entro circa sei mesi. Coltivata all’interno e sottoposta ad un'illuminazione artificiale ottimale, la pianta può raggiungere la maturità entro tempi decisamente più brevi (soprattutto se si utilizzano varianti auto-fiorenti).
Le escrescenze fiorite della pianta sono quelle che vengono utilizzate nella preparazione di galenici ricreativi e medici e sono tipiche delle piante Femmina.

Gli uomini hanno coltivato e consumato le cime fiorite della pianta di Cannabis fin dagli albori della società. Tessuti a base di Cannabis risalenti al 7.000 a.C. sono stati recuperati nel Nord della Cina, e l'uso della pianta come agente medicinale ed euforizzante risale ad epoche a dir poco antiche. La storia della Cannabis è più lunga e articolata di quanto si creda, sono numerosissime le variabili che hanno interessato la sua diffusione e causato il suo divieto nel corso dei secoli.

A distanza di migliaia di anni, gli uomini d’oggi continuano a utilizzare la Cannabis per gli stessi scopi nonostante i vari governi della Terra ne ostacolino la produzione e la vendita.
Gli scienziati di tutto il mondo hanno continuato a studiare da vicino i suoi effetti sull’organismo vivente di uomini e animali, anche in studi clinici ufficiali. Negli ultimi anni, l'interesse degli scienziati si è concentrato sulla valutazione dei differenti componenti della pianta, noti come Cannabinoidi, (i principi attivi che la compongono e le conferiscono proprietà psicotrope e farmaceutiche).

Lo studio scientifico della pianta di Cannabis ha portato all’identificazione di oltre 60 Cannabinoidi biologicamente attivi come il THC, il THCV, il CBD, il THCA, il CBC ed il CBG, tra cui, molti dei quali in possesso di documentate proprietà terapeutiche. Sono svariate le analisi scientifiche che attribuiscono a questi principi proprietà mediche specifiche come:
  • azione curativa delle patologie neurodegenerative 
  • facilitazione del processo di apoptosi nelle cellule cancerogene 
  • effetti immuno-modulatori. 
Ad oggi esistono oltre 22.000 studi pubblicati sull’argomento e la polifonia delle voci è davvero ampia, sono molteplici gli aspetti su cui università e centri di ricerca di tutto il mondo sono in disaccordo riguardo il rapporto tra benefici e controindicazioni nell’uso della Cannabis.

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