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martedì 12 giugno 2012

Il rabarbaro: una pianta cui fare attenzione

Il rabarbaro (soprattutto quello cinese) ha un uso sia alimentare sia medicinale: ai fini alimentari si utilizza il lungo stelo fogliare rossastro, per marmellate o come amaricante in bevande tonico-digestive e in numerose preparazioni, mentre la radice viene usata soprattutto per le sue proprietà in campo medico.
L’uso delle foglie è sconsigliato per l’elevato contenuto di acido ossalico che, oltre a irritare la mucosa intestinale e favorire la formazione di calcoli renali, e a dosaggi elevati è tossico!

Il rabarbaro: una pianta cui fare attenzione

Il rabarbaro è ricco di polifenoli, e in particolare di flavonoidi e tannini, e di derivati antracenici (reina) ai quali va principalmente la capacità di stimolare la secrezione dei succhi gastrici, l’escrezione della bile dalla colecisti e la peristalsi intestinale.

A bassi dosaggi a questa azione si accompagna un blando effetto lassativo dovuto all’aumento della motilità della muscolatura liscia intestinale, che diventa però purgativo a dosaggi più alti a causa del ridotto riassorbimento di acqua e sali minerali indotto dai suoi principi attivi.
Può provocare diarrea, dolori addominali e calo dei livelli di potassio.
È assolutamente controindicato nei bambini al di sotto dei 12 anni, in gravidanza e durante l’allattamento (rende sgradevole il sapore del latte al neonato), in caso di occlusione o sub-occlusione intestinale e in chi soffre di diverticoli. La sua assunzione può inoltre interferire con i farmaci usati nelle aritmie cardiache (chinidinici, digitalici, betabloccanti), con i diuretici, con la vincamina e con il fenoxedil.

In campo industriale è utilizzato nel settore farmaceutico per la produzione di farmaci, mentre nel settore liquoristico è impiegato come ingrediente base per la produzione di amari tonico-digestivi oppure come ingrediente correttore del sapore per aperitivi e amari a base d'erbe.

La parte della pianta sfruttata per fini terapeutici, è costituita dalla parte sotterranea, ed in particolare dal voluminoso rizoma, che una volta ripulito, si presenta esternamente di aspetto biancastro, mentre internamente sono visibili striature di colore giallo arancio. Emana un gradevole odore molto caratteristico, e se masticata, ingiallisce la saliva, e scricchiola sotto i denti. Presenta un sapore amaro e astringente.

Contro i parassiti.

Interrando alcuni pezzi di rabarbaro nel terreno in cui sono state seminate verze e cavoli si allontana un parassita responsabile dell'ernia del cavolo, malattia che porta al deperimento delle piante.

Riflessi ai capelli.

Per avere dei riflessi color tiziano ai capelli si può provare a far macerare nel vino bianco alcuni pezzi di rabarbaro sia freschi che essiccati. Dopo una settimana di macerazione la lozione ottenuta, ben filtrata, andrà passata sui capelli alla fine di ogni lavaggio.


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